Venerdì mattina ho acceso la tv, era sintonizzata sul canale 57, Rai scuola, programma Newton.
Stavano parlando del cervello, di neuroscienze, di amnesia, di ictus e di Parkinson.
Mentre addentavo la mia fetta wasa con burro e marmellata mostrano dettagli di un intervento al cervello.
Come inizio di un venerdì mattina preferie non male.
Nonostante questo non giro, del resto le alternative alle 7 di mattina non sono delle migliori.
Poi ad un certo punto il tipo chenonsochisia chiede al neurochirurgo se sia vero che utilizziamo il nostro cervello molto meno rispetto al potenziale.
Lo scienziato dice, no, non è vero, è una leggenda metropolitana. #scienziatounodinoi
E qua scatta la rivelazione che poi ha fatto scattare le mie sinapsi.
Quando siamo impegnate a fare qualsiasi attività, dal leggere al giocare a carte, utilizziamo meno il nostro cervello rispetto a quando non lo impegniamo a fare nulla.
Il non fare nulla ci richiede più sforzo ed energie.
E allora il pensiero è volato a due circostanze.
#1 L’insonnia
Ti è mai capitato di svegliarti in piena notte, di non riuscire a prendere sonno e la mente inizia a saltellare freneticamente da un pensiero all’altro? La cosa, nei peggiori dei casi può continuare per un bel po’, la sensazione è quella di star lavorando e di non riuscire a far rilassare le mente. Quando mi accade l’unica soluzione è alzarmi e iniziare a fare qualcosa. Tipo scaricare i pensieri su un foglio di carta. Oppure leggere sperando che a una certa mi cali la palpebra. Finalmente.
#2 Le ferie
Il dolce far niente.
Finalmente un po’ di relax.
Pc blindato nella scrivania e niente di niente da fare. Unico obiettivo spiaggiarsi sul lettino e fare il pieno di vitamina d - che con 2 bimbi, diciamocelo è molto ambizioso.
Minimo sforzo richiesto: segnare sul menù la scelta per il pranzo e la cena.
Poi sei lì, che te ne stai bellamente a pancia in su, cercando di rilassarti ed ecco che inizia il solito tran tran all’interno della tua testa.
Potresti andare di meditazione ma tra la nonna che inveisce in milanese al nipotino a destra e il mini club che gioca a indovina la canzone a sinistra, l’alternativa rimane il buon vecchio libro che ti rapisce e regala al tuo cervello la possibilità di essere impegnato.
Non temere il vagabondaggio
Si chiama Default Mode Network: si tratta di un circuito neuronale composto da alcune aree del cervello. Quando la nostra attenzione non è impegnata su qualcosa di specifico, l’attività di questa rete di default è elevata.
È proprio durante i momenti di riposo che questo circuito si attiva e va a lavorare su alcuni processi cognitivi interni.
Il nostro cervello riflette sul passato, pianifica il futuro, integra e rielabora ciò che è successo durante il giorno, elabora le emozioni, rafforza l’identità personale.
A chi non è mai stato detto che durante la notte gli argomenti studiati si imprimono meglio nella mente? Ecco, questo è vero. A patto di aver studiato.
Insomma questo vagabondare della mente è una manutenzione necessaria per il nostro benessere psicofisico.
Un po’ di Ux
E cosa c’entra il cervello vagabondo con lo UX Design?
Il mantra di chi fa Ux è: non pensare alla soluzione.
(Tipo non pensare all’elefante azzurro: troppo tardi, vero?)
Però nel caso dell’Ux design è davvero di fondamentale importanza non rinchiudersi subito nella prima soluzione che viene in mente. Il rischio è di precludersi un sacco di possibilità tra cui quella migliore.
Ecco dunque che periodi di non-azione sono essenziali per la progettazione. Lasciare libero il cervello di vagare, lontano da uno schermo, può portare alla giusta intuizione, a creare collegamenti che in uno stato di perenne concentrazione sullo stesso argomento non sarebbero arrivati.
Insomma, le illuminazioni esistono e arrivano proprio grazie al Default Mode Network.
Quindi non stressiamolo ma lasciamolo libero di attivarsi. Insonnia permettendo.
E tiriamola una carta.
Oggi tocca alla Luna.
Archetipo materno per eccellenza, la Luna riporta all’introspezione e al segno del cancro. Qui c’è bisogno di dedicarsi un po’ di tempo per ricentrarsi e andare a fondo di qualcosa che non ci dà pace.
Vai al mare, al lago o in piscina, l’importante è che ci sia acqua: dedicati del tempo solo per te.
That’s all folks!
Fabiola aka l’orobicacopy.
✨ Special thanks to
e al numero di luglio di Chiara dedicato ai dati: un numero super, da non perdere🎶 Prendi un’estate degli anni ‘90, la radio suona Gala, Come into my life.
✨Questo è un numero scritto un po’ venerdì, in biblioteca a Scanzo mentre ero alla ricerca di refrigerio è un po’ oggi, dopo pranzo, dall’albergo di BelAir: sottofondo i Chipmunks. Ho detto tutto.🤪✨
Mancano i link e la carta, ma ci tenevo a non saltarlo e lo sto scrivendo dallo smartphone: apprezza lo sforzo, regalami un ❤️🔥!✨
Ciao, allora visto l'argomento DEVI leggere "Un'anima sconfinata" (lo trovi nella nostra amata rete bibliotecaria bergamasca con manco troppa coda), perchè occhei lasciare vagare la mente, ma osservarla e impersonificarla ogni tanto può dare sollievo (anche per dormire). Gala promossa su tutta la linea, che sono quattro hit, ma avercele ai giorni nostri. Infine dimmi che BelAir è un albergo di Bellaria e non ha niente a che fare con vacanze pirotecniche.
Apprezzo, apprezzo!