Questa settimana dopo circa 3 anni che non lo facevo, sono salita in Sirsasana, la posizione sulla testa. Sono salita con un’agilità inaspettata, ho sentito gli addominali fare il loro lavoro, il famoso core contrarsi e tac, eccomi capovolta con la testa in giù.
Come ci sono arrivata? Allego foto e faccio un passo indietro.
A inizio anno mi son detta che dovevo fare qualcosa per il mio corpo, oltre che per la mia anima. Sai, quando ti piglia bene la lista propositi per il nuovo anno? Ecco, io ero consapevole di 2 cose:
che non volevo finire come un gatto in tangenziale dopo i primi 10 giorni di gennaio spiaccicata dal peso della mia stessa lista;
che non dovevo farmi ammagliare dal pensiero che sarebbero bastati 21 giorni per creare una nuova abitudine. Spoiler: ne sono passati 181 di giorni e ancora mi sto impegnando a non mollare.
Throwback years
Il mio rapporto con lo sport del resto è stato sempre contraddistinto da alti e bassi e la partenza è stata mooolto bassa e con un nome preciso: Giochi della Gioventù.
A ogni sacrosanta edizione, l’Armanda mi assegnava la prova di resistenza. E io, insieme alle solite, arrancavo nei miei ciclisti color verde fluo, con la milza dolorante e la saliva amarognola verso il traguardo, sotto il sole cocente delle 11 e ovviamente senza un’adeguata idratazione all’arrivo.
Dalle prove di resistenza al test di Cooper il passo è breve.
Poi ai 18 anni, per non so quale congiunzione astrale, decido di entrare nelle forze armate. Faccio concorsi, supero test e mi alleno per le prove fisiche conscia del fatto che io e la corsa abbiamo conti in sospeso. Inizio ad allenarmi seriamente, vado in palestra, corsa, flessioni, salto in alto, e sì, supero anche i test fisici.
La carriera militare non fa per me (un cancro ascendente vergine, parliamone) ma comunque mi redimo dal mio passato da runner assai tribolato. Il cerchio è chiuso.
E allora cos’è successo?
È successo che quest’anno compio 40 anni. Domani per la precisione.
E ho sentito che il mio corpo mi stava implorando di ascoltarlo. Che va bene alimentare la mente leggendo libri e studiando, va bene prendersi cura dell’anima, ma forse forse anche quei muscoli e quelle ossa che ospitano la mia anima e la mia mente hanno bisogno di un po’ di attenzione, di sentirsi vivi, di sentirsi ben voluti e non dati per scontati.
A maggior ragione: faccio un lavoro sedentario, la piccola Evabell è in quella fase che si fa ancora portare in braccio (pronto tricipiti, adesso so dove siete) e vorrei continuare ad andare in montagna senza lasciare un ginocchio sui sentieri.
In pratica?
La verità è che inserire l’attività sportiva nella propria routine quotidiana quando lavori da freelance, hai due figli, un marito e una casa non è così scontato, né semplice.
Io ho fatto così:
#1 Trovare una personal trainer seria che mi potesse seguire a distanza ma con un controllo in presenza ogni 2 mesi.
#2 Fissare un appuntamento con me stessa in agenda: o il rischio è quello di mettere l’allenamento in fondo alla lista delle cose da fare e… non farlo.
#3 Essere comprensiva e compassionevole: a marzo Evabell è stata ammalata due settimane e ho fatto fatica ad allenarmi. La vera forza è stata riprendere e non mollare del tutto.
#4 Razionalizzare il fatto che dedicarmi del tempo per fare sport significa volermi bene e non perdere tempo. Che se non mi prendo cura del mio corpo, poi col cavolo che riuscirò a prendermi cura degli altri. Semplice vero? A forza di schiene bloccate mi è entrato nella capoccia.
Un po’ di yoga, un po’ di UX
E quindi rieccomi questa settimana a provare a salire in Sirsasana.
L’Iyengar Yoga ti insegna ad avere pazienza, a non aver fretta di voler salire subito in Sirsasana, devi preparare il tuo corpo, dargli il tempo per entrare nell’asana o corri il rischio di farti male. Quando praticavo con la mia insegnante, Sirsasana era il mio tallone d’Achille: peso troppo come faccio a salire, e se cado e mi sfracello sul tappetino?
Eppure era anche l’asana che più desideravo fare mia.
Cosa c’entra la user experience? Beh, il fatto è che a volte bisogna assumere un altro punto di vista per comprendere le cose che ci circondano, mettersi a testa in giù, proprio come si fa con Sirsasana, liberarsi dai bias che ci hanno influenzato inconsapevolmente per anni (grazie Armanda!) facendoci credere che non siamo portate per qualcosa, ma una volta che ce ne sganciamo, salire in Sirsasana sarà più semplice.
Ovviamente meglio avere anche gli addominali allenati.
Ça va sans dire.
E tiriamola una carta.
Oggi per festeggiare il compleanno siamo stati al Caffèsalotto Summer Edition al Castello di Clanezzo e ho pescato una carta:
Il Mondo.
L’ultimo degli Arcani Maggiori, quello che indica la piena realizzazione.
Insomma, un arcano che quando ti esce non puoi che dire wow, soprattutto se ti esce a poche ore dal compiere i 40 e senti il peso dei bilanci farsi sempre più vicino.
Il consiglio del Mondo?
Esci fuori: non aver paura di mostrarti al mondo per quello che sei.
That’s all folks.
Fabiola aka l’orobicacopy.
✨ Special thanks to Elentrainer, un nome, un programma.
🎶 Anche se la mia playlist per allenarmi è fissa su Gigi Dag, Dog days are over di Florence + The Machine è LA canzone perfetta per iniziare a fare sul serio.
Test di Cooper tra i miei traumi adolescenziali! Immagino ricorderai 😂 In Sirsasana ancora non sono riuscita a salire, le posizioni rovesciate proprio sono il mio blocco, però pian piano sono sicura che ci arriverò. Con calma, da ottobre sono iscritta ad una scuola di yoga online e pratico quasi (quasi) quotidianamente (beh, magari a seconda delle settimane e delle mie fasi), ed ho notato tantissimo miglioramenti e si, ho pensato che certe idee che mi ero fatta sul mio corpo e sulle sue capacità, sono solo credenze che non corrispondono alla realtà. I 40 stanno insegnando tanto! E PS. La carta che estrai, ci azzecca sempre! Grazie
yoga & UX!